242

SONETTO.


MENTE mia, che presaga de' tuoi danni
Al tempo lieto già pensosa, e trista
Sì 'ntentamente ne l' amata vista
Requie cercavi de' futuri affanni:
A gli atti, a le parole, al viso, a i panni,
A la nova pietà con dolor mista,
Potei ben dir, se del tutto eri avista:
Quest' è l' ultimo dì de' miei dolci anni.
Qual dolcezza fu quella, ò miser' alma,
Come ardevamo in quel punto, ch' i vidi
Gli occhi, i quai non dovea riveder mai?
Quando a lor, come a duo amici più fidi,
Partendo, in guardia la più nobil salma,
I miei carl pensieri, e 'l cor lasciai.
Par. II. Son. 46.